Con San Leonardo... in cammino nell'amore  

Le poesie sono inserite in un file unico e in ordine alfabetico dei poeti, prossimamente le sistemo meglio  ;) Mary

 

La sofferenza

  

Ho visto la donna

china sulla bara del figlio

ammazzato per noia

languire nell’indifferenza.

 

Ho visto lo sguardo dell’uomo

senza seme e senza storia

clonato da astruse alchimie

illudere la vita e la morte.

 

Ho visto il gabbiano malato

lanciato tra il cielo ed il mare

cercar l’orizzonte lontano

nella luce sempre più rara.

 

Ho visto la città ferita

soffocata dalle geometrie

respirare a fatica

nel chiuso delle sue vie.

 

Ho visto la primavera

smarrita tra l’arido gelo

e le arsure solari

rantolare in agonia.

 

Ho udito strani silenzi

in ogni ombra umana

e nella mia coscienza

il senso di una nuova sofferenza.

 

Silvana Aurilia

  Napoli

 

 

Credo nella pace

  

Dal fiorir del sole

al sentore della luna,

insieme con il mare

ed un groviglio di sogni,

scriviamo e recitiamo poesie.

 

Ma una sera d’agosto

in un silenzio organizzato,

il mio pensiero corre lontano

via da questo mondo che zoppica

verso giorni che ruotano diversi.

 

Caro universo uguale e diverso

le stelle mi sembrano lontane,

anche la gente è cambiata

incredula si domanda

che cosa hanno oggi le campane?

Perché è festa e non suonano?

 

Vi prego gente che potete

In questa culla della vita,

non tagliatemi le ali

voglio continuare a sognare

il mare che recita versi nuovi,

camminare e viaggiare

per la strada delle stelle

e farvi dire dal sole e dalla luna,

che il mondo ha bisogno di pace

e noi tutti dobbiamo sapere

che tutto questo è possibile.

 

                Emilio Basta

                Venosa (Potenza)

 

 

Grazie Dio

  

Grazie a Dio e se Lui vorrà

i nostri cuori aprirà,

le nostre menti parleranno,

i nostri gesti colpiranno

più di spade

più di parole

che son racchiuse giù dentro il cuore…

E grazie a Dio e se Lui vorrà

la chiave del cuore prenderà,

fragranze odorose allor saliranno

e bimbi chiassosi si sentiranno

Grazie a Dio e se lui vorrà

Tutto e tutto passerà…

 

                         Ernesta Bevar

                         Catanzaro

 

Terra di frontiera

Abitavamo uno accanto all' altro, separati da una via, un muretto, una siepe.

Ci scambiavamo le opinioni e gli auguri, ci prestavamo il sale e lo zucchero.

Quando nevicava spalavamo la neve insieme sul vialetto.

Era tutto così naturale, vivere, lavorare, divertirsi. Come fratelli.

 

Poi la via diventò una strada, la siepe una barriera, il muretto una barricata.

Qualcuno rubò all'altro lo zucchero, qualcuno la terra, qualcuno la casa.

Qualcuno rubo all' altro la vita e il furto diventò rapina e poi strage.

Era tutto così naturale, odiare, sparare, uccidere. Non come fratelli.

 

Quando più nessuno aveva niente arrivarono soldati nuovi, soldati diversi.

Portavano divise diverse, avevano macchine diverse, parlavano lingue diverse.

Separarono le vie, tagliarono le siepi, demolirono i muretti, per noi e gli altri.

Era tutto così naturale, accettare, sperare, dimenticare. Come fratelli.

 

E vedere cortei di uomini e donne seguire uno strano percorso.

Salire dove prima erano scesi, scendere dove prima erano saliti.

Riprendersi quello che avevano ceduto, lasciare quello che avevano preso.

Era tutto così naturale, vincere, perdere, vendicare. Non come fratelli

 

Adesso abitiamo uno accanto all' altro, separati da una via, un muretto, una siepe.

Se finiamo lo zucchero restiamo senza dolce, se scende la neve il vialetto resta vuoto.

E' tutto così naturale, come un gruppo di eredi che si deve spartire il lascito.

Arriva il notaio, ognuno prende la sua parte e senza salutare se ne va. Come fratelli.

 

                                               Bruno Bianco

                                               Montegrosso D'Asti (Asti)

 

 

La pace dentro al cuore

  

No, la pace non è morta,

è ancora qui che mendica l’amore

e semina speranze

nel cuore dell’umanità.

E’ un vate solitario

e cammina per le strade del mondo,

raccoglie i pianti della gente

per i morti straziati dalla guerra,

per il male che gelido imperversa.

 

No, la pace non è morta,

è negli occhi dei bambini,

nella supplica innocente per la vita,

è nel bagliore delle stelle,

nell’altalena eterna

del sole e della luna,

nella melodia dell’acqua che scorre,

perenne come il tempo.

 

La pace è qui con noi

e ci apre le sue grandi braccia,

ci lenisce le ferite.

No, la pace non è morta,

è luce d’amore,

è proprio qui,

dentro al nostro cuore.

 

              Anastasia  Bullo

             Badia Polesine (Rovigo)

 

 

La Pace

 

         Tra mari e monti,

         tra le stelle che cadono sulla terra tu sei la Pace

         tu e solo una mano di mille colori,

         girate in un cerchio avvolgendo un bebè                       

e scongiuri la pace che arrivi da te.                                  

 Tu sei il gusto del gelato d’estate,                       

  l’odor del fiore che sboccia in primavera                    

    che assieme alle violette e alle margherite          

cantano la pace che arrivi da te.        

 Diventasti anche l’autunno

         perché volavano con te le foglie d’abete             

 mentre sentivi la voce del pino,                                    

 grande ma fragile come un bambino.                 

  Non diventasti l’inverno                                       

 perché ti ostacolò una quercia                               

grande e grossa con una robusta corteccia        

 che trasformò i cuori puri in quelli di pietra           

 e aspettando che arrivi l’età                                

   crebbe soltanto fino a metà,                                

  perché tu sei la Pace tu il sogno di ogni creatura e tu senza corteccia                                    

  sconfiggesti con il canto perpetuo                       

  quella grande e grossa quercia.

 

                            Gianna Calise

                            Panza di Forio d’Ischia

 

 

San  Leonardo

  

In Gallia da nobili franchi Tu nascesti

e seguire l’arcivescovo Remigio Tu volesti.

Tanto Ti impegnasti per i carcerati

che dalle catene vennero liberati.

Per tanti sofferenti Ti desti da fare

e le loro pene volesti alleviare.

Tale fu l’amore che Ti spingeva

che finanche Dio: commosso, concedeva

tutto quello che a Tuo nome Gli si chiedeva.

La Tua popolarità annullava la distanza

e pian piano giunse fino a Panza.

In Europa si costruirono: cappelle, chiese, monasteri

per sentirsi uniti a Te, anche quando non c’eri.

Un millennio e mezzo è quasi passato

da quando su questa terra Tu sei stato

ma il Tuo potere rimane invariato.

Se tanti miracoli oggi non abbiamo

forse perché non li meritiamo.

 Il modo di vivere di questo mondo “moderno”

spesso si scontra con l’Eterno.

Chi si rivolge a Te con fede

spesso ottiene ciò che chiede.

 Ma chi saprà mai misurare

la fede che abbiamo nel pregare?

Lo sai certamente Tu, nostro Protettore

che ora stai lassù, vicino al Creatore.

 

                     Leonardo Castaldi

                     Panza di Forio d’Ischia

 

 

 

“Guardando mia madre”

 

I miei occhi cercano inquieti

la solennità del tempo

nel tuo viso di donna

che appassisce

tra remoti pensieri.

 

Le mani smagrite

si intrecciano stanche

mentre ti dondoli piano

sospinta dolcemente

da silenzi dissolti.

 

            Rita Caramma

            Acireale (Catania)

  

 

Madre

  

Il respiro della notte ascolteremo

e della nostra terra

i battiti del cuore

 

si scalda al sole il mattino

e carica la molla della vita

mentre avanza il giorno

 

il grillo matto

solletica ciclamini ribelli

improvvisi nel grigiore del bosco

 

non hai ferite

per spurgare una vita

di stenti e delusioni

 

vivi per i giorni

che non si possono scordare,

il tuo passato è un carico di forza

 

un giorno ti sorprendesti a gridare

senza volerlo

- figlio perché mi hai abbandonato? -

 

mentre l’aria fine dell’alba ti cerca

bevi l’amaro calice

e cerchi una Madonna

 

più che alla terra degli uomini

sono vicine al cielo le anime pure

e ho temuto per questo di perderti

 

       Rosario Castronuovo 

                 Fiorano (Modena)

 

 

Senza condizioni

  

Quando saprai amare

senza condizioni

la gioia in te dimorerà.

Quando la diffidenza

fuggirà per sempre

dalla tua mente

potrai solcare

libero…

le vie del mondo.

Allora

nascerai a nuova vita.

E ogni giorno

in novità vivrai

il cuore pieno di stupore.  

 

                 Nunzia Cavallucci

                Iesi (Ancona)

 

 

Ovejaras¹

 

 

Strano come gli spiragli di vita

si scorgano anche dai fori delle pallottole.

Le finestre non esistono in quanto tali,

l’intimità della vita esce dalle case,

svuota dalla pace quotidiana

le camere, gli uffici, i ritrovi.

Ogni sparo crea nuove fessure d’assenza.

 

Non c’è religione se non quella avversa

perché credere è eliminare chi crede che tu sia nel torto.

Un torto divino, mitico… un torto vitale

che giustifica l’uccisione dell’amico di sempre.

 

Non c’è politica se non quella che garantisce ordine,

ma che non previene ciò che mina la sicurezza.

È una politica che baratta vite con soldi e alleanze

ma che poi sa commemorare le vittime dei suoi accordi.

 

Non c’è futuro se non quello che costringe alla fuga,

da una terra arida in superficie

ma più  che mai fertile sotto il cemento a cera lacca rossa².

I morti restano nei cimiteri della storia, i giovani cercano cimiteri stranieri.

 

Non c’è giustizia in una città in cui c’è chi muore

ai bordi delle gioiellerie Dior e dei locali Coca Cola,

in cui l’unica polizia che si ricorda

è quella delle fosse comuni e dei criminali a piede libero.

 

Non c’è logica che regga in  questa città.

Non c’è verità che sia logica in questa terra.

Non c’è voce che sia verità in queste anime.

Ma questa è la Gerusalemme dei ricchi…

 

Signore e signori, benvenuti a Sarajevo.

 

Note

1.Il termine altro non è che “Sarajevo” scritto al rovescio

2.I solchi delle bombe nei marciapiedi sono stati ricoperti da cemento simile a cera lacca rossa. Ma non sono solchi normali: li sono morti dei civili. È il segno indelebile della devastazione del conflitto.

 

Nicola Cesaro

Santa Margherita d’Adige    (Padova)

 

 

 

Arrivederci Wojtyla

(8 aprile 2005)

 

 

Dio ti ha chiamato

per un “si” assoluto

e tu hai risposto

sorridendo alla vita

con il volto sereno

di chi ha conosciuto

i profondi dolori

dati in sorte all’uomo.

 

 

Dalla polvere dei giorni

della mia piccola esistenza

mi inginocchio e prego

(sapendo di essere soltanto

una minuscola persona

colma di difetti)

per dire grazie a Dio

della tua lunga presenza

ormai fattasi storia

nelle ore della vita.

 

 

Le mie parole, forse,

non giungeranno al Cielo

(come l’anima mia)

e saranno il silenzio

delle mie speranze.

Dio ben conosce

la tua vasta grandezza,

ed ora sei con Lui

nella Sua Gloria.

Che altro dire

alla Luce del Mondo

e ad ogni speranza?

 

                     Alessandro Corsi

             Livorno

 

 

L’occhio di Dio 

 

Colpita da un raggio di sole

me ne sto immobile.

Calde mani invisibili mi accarezzano il viso,

sento un dolce bacio di fuoco.

Tutt’intorno la natura vive, palpita e respira

in un’aura dorata d’amore.

Mi sento beata e sicura nella mia bolla di tepore,

allora guardo il cielo.

Lo vedo, vedo l’occhio di Dio,

l’occhio di fuoco col quale l’Eterno

ci guarda e ci ama.

Fisso il disco immortale,

solo per un istante,

di più non oso,

non è concessa ai miei piccoli soli

la facoltà del discernimento della fiamma dell’universo.

Non m’importa, non cerco tanto.

Mi basta che ci sia Lui,

da sempre datore di vita,

da sempre fonte di luce e calore,

da sempre re del firmamento,

fiammeggiante rubino incastonato nell’immenso,

per sempre.

 

A Karol,

splendido sole dell’umanità e poeta di pace.

 

 Lucia Anna D'Acunto

Torre del Greco  (Napoli)

 

 

 

Luce

  

Come somari ci dirigiamo

Verso il buio baratro della connivenza

Scortati dai padroni con la carota e la mazza

E’ l’atomo gelido in cui con il Male conviviamo.

 

Ma con un tacito boato

La Luce venne

Maestosa si trattenne

Per illuminare di fede tutto il Creato.

 

Donò sue fiammelle ai reietti

Plasmò in una sol forma

La società che il mondo conforma

Denunciando despoti inetti.

 

Eppure è così labile

Anche la sua forza

Che pian piano si smorza

In un tremito instabile.

 

Ora dicono che in quel legno vano

Sia rinchiusa

Ma Ella dappertutto è schiusa

“non abbiate paura” esclama ancora l’umano.

 

                            Ilenia D’Ambra

               Panza di Forio d’Ischia

 

 

 Transizione

 

Questa “transizione”

chiamata vita

questo appello

che ogni notte

facciamo a Dio

serenità pace e calma

tutto questo dolore

e miseria

le nostre menti

che chiamano gli angeli

per intervenire

per far cessare

la morte

dell’amore sacrificato.

 

Tutti i nomi

che abbiamo dimenticato

riposto nei cassetti

assieme alle lettere

e qualche fotografia

che il tempo ci serba per il cuore

per quell’amore che non arriva.

 

Quel Dio così presente

che senti scendere

come resina dello sciamano

è un balsamo

guarisce le ferite

 

Antonio Falletti

Assisi (Perugia)

 

  

Sognatore ad occhi aperti

 

Si incrocian molte animi diverse

sul sentiero della vita

anime romantiche, crudeli, anime perse

 

c’è chi cerca l’irreale in un progetto

chi crea realtà senza costrutto

e chi in un piccolo sogno si cala di getto

 

io sono un sognatore ad occhi aperti

vedo boschi di lauro

degusto con la mente il sapore dei mirti

 

se guardo un fiume in corsa rapinosa

vedo la clessidra del tempo infinito

quel tempo che ci ignora e non riposa

 

se ascolto il canto della natura

origlio i suoni nascosti tra i rami

e nel mio spirito una melodia matura

 

per me anche un silenzio fa rumore

sono un’anima ribelle

ma ancora credo nell’amore

 

lasciatemi pensare che non sia solo colore

quel che scrive la mia mano

accompagnata dal mio cuore

 

mentre un sole offuscato al tramonto spasima

una nuova alba è pronta a rinvenire

quel sorriso che sopprime una lacrima

 

in questo mondo di dolore vedo pace

ma io sono un sognatore ad occhi aperti

se il mio cuore vuol sperare, la mia mente piange e tace.

 

                                               Camillo Ferraiuolo

                                               Casal di Principe (Caserta)

 

 

A  pace

 

Vulesse addimannà : che d’è sta pace?

Diciteme  che vò significà.

Truvateme a quaccune ch’è capace,

chesta parola bella ‘e m’ha spiegà.

 

N’aggio sentute mille ‘e spiegazione,

‘e chillo ca vò ‘a pace coppa ‘a terra,

e pe  fà chesto, vò ausà ‘o cannone,

e parle ‘e pace mentre po’ fa ‘a guerra.

 

‘E chille ca s’astrengna int’’a bandiera,

ca scenne miez’’a via pè dimostrà.

Allucca e ogni strillo è ‘na preghiera:

- Vulimmo ‘a pace ,nce l’avita dà! -

 

Pare ca ‘a pace fosse nu cappiello,

ca si tu siente freddo ‘o vaje accattà.

Na porta, na fenesta , nu spurtiello,

ca nzierre a chiave e nun se move a llà.

 

Ma chi ce l’adda rà , addò se trova?

Diciteme addò ‘a pozz’ì a piglià.

Voglio ‘n’indizio, dateme ‘na prova,

giro pe tutto ‘o munno p’’a  scuvà..

 

Nisciuno ‘o ssape ! Fanno scena muta.

Tutt’’a vulimmo ‘a pace, ma penzammo,

c’abbasta poco, na guerra fernuta,

e tutto torna ‘a pposto e  ce appaciammo.

 

Perciò vulesse dicere ‘e puete,

ca si jencheno ‘a vocca cu ‘o parlà,

e jettene sentenze cumme a pprete.

- Parlate ‘e ll’ummo. Isso addà cagnà. -

 

Si nun cagnamme nuie, nun cagne niente,

almeno cheste avessemo capì.

Sulo tiranno fore ‘e sentimente,

forze , sta guerra, overo po’ firnì.

 

                Raffaele Galiero

                Casalnuovo di Napoli

 

 

La Santità possibile

 

Omaggio alla Santità di S. Leonardo Abate.

Uno di noi. Uno che ha risposto.

 

Si nasce Santi, è vero

ma ci si diventa crescendo

scegliendo d’esserlo.

 

Si muore in Santità

perché la si è cercata

sulle macerie delle tentazioni.

 

L’uomo, prima d’esser Santo

vacillando tra le proprie volontà

vince proprio perché valica il male.

 

Da ogni uomo in Terra

può maturare un Santo.

Non ci si abbandoni

a un fatale, comodo e freddo secolarismo.

 

E’ la Santità delle piccole azioni

degli uomini comuni presso quelli più deboli.

Granaglie di Fede e Carità

alimentino cuore e cervello

dal germe salvifico in tutti noi.

 

La conversione, religiosa

e del cuore laico

è la suprema scelta:

l’ultimo no, il primo .

 

La chiamata divina

riceve la giusta risposta.

Una luce in più fra gli uomini

a illuminare la gloria di Cristo.

 

                 Marco Managò

                       Roma

 

 

 

Venne da lontano

(Karol Wojtyla “Papa Giovanni Paolo II”)

 

E venne da lontano

spronato da quel lieve soffio

speciale,che solo Dio può fornire.

Vicario di Cristo,

grande predicatore

sempre pronto a tracciare emozioni

allargando gli orizzonti

con la luce del suo volto,

stendendo quel candido manto

come un’onda di speranza

ove attingere gioia.

Apostolo della purezza

ferito, ma non sconfitto;

forte della sua fede

benché spossato dal dolore;

ammutolito

e segnato dalla fatica

ma col sorriso mai spento

e le mani levate verso il cielo

tremanti, a sostenere il peso

della sofferenza,

a portare la sua croce

tra un corridoio umano

a unirci, seppur diversi,

a produrre testimonianza

di santità,

in uno spazio sconfinato.

Ora, che è al cospetto

dello Spirito Santo

lo sentiamo ancora più vicino;

con le nostre preghiere

terremo aperta quella porta

del paradiso,

per avere la Sua benedizione.

 

                Giancarlo Milani   

                Cardano al Campo (Varese)

 

 

Girando intorno al mondo

 

In Oriente un cinesino incontrai

e, accompagnandomi a Surabaya

mi parlò dei suoi guai

della squallida vita in risaia

dove i soldi non c’erano mai

solo tifo, colera, malaria.

Salii quindi in una nave da crociera

e mi nascosi bene nella stiva,

così arrivai nell’Africa Nera

e l’avventura da lì ripartiva.

Vidi fame, sete, miseria, malattia

immondizia dall’estero arrivata.

Decisi allora di andarmene via

troppe cose m’avevano rattristata.

Di Suez attraversai lo stretto

con il cuore gonfio di speranza

di trovare un luogo perfetto

orrori ne avevo visti abbastanza

Ma anche l’Israele era un posto poveretto

che non conosceva l’umana fratellanza

pallottole sui muri e bombe sul tetto

ballavano la loro macabra danza.

Mi sentivo molto giù di morale

per l’ossessiva brama di potenza

l’adulto era un essere superficiale

che poco usava l’intelligenza

molto stupido, egoista, venale

privo di logica e coerenza

che da solo si faceva del male

senza un briciolo di coscienza.

 

                    Mita Riotto

                   San Vito al Tagliamento                         (Pordenone)

 

 

Napoli

 

Talvolta io siedo

a muri inascoltati                  

 

fra le case di tufo

acri e fra i gerani                   

 

brecce

di cimase

 

quasi indovino

il fiore                                   

 

le cime di fiumi gli spigoli

di aurore

 

nel mattino

 

     Roberto Morpurgo

Bulgarograsso (Como)

  

 

L’ unica vita che conosco

 

Sarà bello, mio Dio,

starti accanto,

ma  l’unica vita

che conosco

è questa giostra sgangherata

che da a chi  sale

l’idea di camminare.

L’altra,

un lago senza sponde,

dove non ombre  di colli

o voli  bianchi

né barche lungo i pontili

che  ondeggiano ai riflessi d’oro

del tramonto.

Uno smarrirsi  dello sguardo

che corre, corre, corre

finché  si ferma e torna

alla sua ombra.

 

Maria Luisa Nicodemo

Casamicciola d’Ischia

 

 

 

Giovanni Paolo II

 

Karol: Papa e Papà….

 

……io non sono

altro che

 un piccolo granello

di rosario

tra le Tue mani.

 

Ti prego,

accogli,  sempre,

nel Tuo cuore

ogni pensiero 

del mio cuore.

 

Silvana Pagella

Alessandria

 

 

 

‘U Panzese e Santu Lunèrde

 

 

Santu Lunè, ta putimmo fa na domanda?

È vere ca, a ta, avimme avute tante grazie:

e renneliate nun e facile calà coppe a ghiuve

ma e manneve a mare aperto.

È vere che facive venì tante e chelle quaglie a la Scannella,

e nun ce fette murì e famme.

È vere che facive chiove quanno ce vuleva l’acqua.

Ma mò e tiempe so cagnete.

Mò, vulasseme, che tu ci facisse vance a Bingo.

O ce facisse vange na bella grattata

Nun dico a se, ascessero u minime,

facimme, nu dieci mila euro

vulesseme pure che ce lisse e nummere.

San Gennaro a Napoli e fa.

Santu Lunè a fa cheste ccà.

Ma se no, nuie a fede a perdimme!

 

E brave e brave

Tenete pure a baldanza e me parlà!

Ve pare na cosa bella chella ca avite fette?

Quillo s’è fette Santo a pocu tempo

E vuie l’avito schiaffate proprio annete a ma!

Poi licite, facite e vulite pure.

Iè va vesse menà a tutte quente

Na bella mazzata ncapa.

È vere che tenite a capa tosta,

ma a pocu tempo a chesta via è diventata e chiummo.

Ve ne venite ca feste e cu fuoco:

bombe in aria e cinghe aperture

e cu nu finale che nun furnasce meie.

Luce a erche e cu lampadine e tutte e culture,

ma a dvziana a do sta!

Parite tante pechere e a lu posto da cuntriziana

Parlete e ririte: e soldi nun bastano,

chilo e chelle se so lasciate,

civettiate e diciate e sparlate

una continuazione.

Vulite tutte e cose, nun ve basta chiù niente.

Se pote fa sta vita cu vuie!

O cagnete abitudine o peggio ve accurrarrà.

 

                       Agostino Polito   21.01.35                               Panza di Forio d’Ischia

E penso

 

 

E penso a Panza

di tanti anni fa.

 

Un grande vigneto

un terrazzo sopra il mare

e di spalle l’Epomeo.

 

Poche case

tanta terra

tanta uva

tanto verde.

 

Tanto verde

grappoli, grappoli d’oro a Settembre.

 

Tanta fatica

tanta festa.

 

Bambini, vecchi, giovani, donne

tutti partecipi.

 

E chissà? Sarà per tanto bello…..

San Leonardo “ti sei fatto casa qua”.

 

E ci guardi

sorridi quasi, da lassù.

 

Sei sempre di Panza innamorato

E noi di Te.

 

                Agostino Polito  09.10.1954

            Panza di Forio d’Ischia 

 

 

La strada verso il Cielo

 

 

Finito la gamma dei

sentimenti bui,

la luce riconquisto con calore.

Assorbo come spugna

Amore, Vita e Verità,

espresse come sempre

a modo mio.

Non facile esistenza oggidì,

più facile apparire

e truce rimestare.

Ma dalle scarpe lordura

presto traggo,

e imbiancato sepolcro

in fatuo baleno appaio.

Pertugio di coscienza apre

la strada al mio vagare,

e redenzione invano

cerco in lacerante strappo.

Lenta la Via del Purgatorio,

suggeriscono la Croce e il Pianto.

Dovrò con calma tutto attraversare,

e il dolore mi restituirà candore.

Né Credo né Cristo né Maria

saranno di conforto al pellegrino,

ignaro della Via ma vivo

di calda spiritualità nel cuore.

Una sola conduce al pentimento,

il sipido percorso

arduo verso il Cielo.

 

                Luciano Recchiuti

                Nepezzano (Teramo)

 

 

Mia cara

A Tina

 

 

Verrà pure un momento

che non saliremo più le scale insieme…

 

Salirò da solo in silenzio o salirai da sola,

gli amici sempre più lontani e dimentichi…

 

La città e le case intorno

sembreranno più grandi ed estranee.

 

Nessuno che ricordi le nostre vite,

nessuno che le ricordi a noi stessi…

 

Che la solitudine allora ci schiuda

e ridoni,mia cara,i nostri mondi smarriti.

 

Casa,29.12.04

 

                       Armando Romano

                               Roma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ischia

 

 

Incredibilmente bella.
Sempre accogliente,
Coperta di verde e circondata d’azzurro,
Habitat ideale per piacevoli incontri,
Inestimabile tesoro della natura,
Aspra e attraente come una giovane donna.

 

 

Paradise on earth is to

Arrive in this beautiful island

Resting quietly

According one’s own desire

Daydreaming and

Imagining

Spaces and colours

Exceptionally celestial

 

 

Paradiso in terra è

Arrivare in quest’isola fantastica e

Rimanere quieti

Accogliendo i propri

Desideri e

Immaginando ad occhi aperti

Spazi e colori

Ovunque semplicemente celestiali.

 

                                      Emma Rontini

                          Firenze

Sogno il mondo che fu

 

 

Vidi un uomo oltrepassare un pregiudizio

 e  un altro ancora dar fuoco a un preconcetto.

Vidi donne abbattere i muri delle convinzioni stereotipate

ed altre, vestite di tenacia, combattere l’esercito dell’indifferenza.

Vidi la terra trasformarsi in uomo

e l’acqua tramutarsi in donna.

Dal loro incontro scaturì la vita

e giunsi a conclusione

che ragion non v’era alcuna

d’essere l’uno senza l’altra.

 

                          Nicola Salvi

                          Napoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riverbero d’amore

 

Un attimo di silenzio

cercava di abbracciarmi,

di riscaldarmi il cuore,

inutilmente.

Abbandono nella notte…

quel silenzio non era solo,

piangeva,

si lamentava dell’umanità.

Lo turbavano i boati delle bombe,

il rumore delle case

che diventano macerie.

Non sopportava il vocio

delle anime innocenti

che s’insinuano nell’azzurrità.

Non tollerava le urla

dei bambini maltrattati,

il pianto dei fanciulli

che lavorano sino al tramonto.

Quelle lacrime,

schiantandosi,

spezzavano i loro sogni,

il silenzio si svegliava,

non ce la faceva a far fronte

all’agonia di un morente

che gli urlava addosso.

Per millenni

non s’è inabissato

sui fondali dell’universo,

sua origine,

che lo prese per mano,

e consolandolo

lo pregò di seguitare a coltivare,

con un riverbero d’amore,

quel filo di speranza

che ancora freme nei cuori.

 

                     Paolo Santato

                 Lendinara (Rovigo)

Verde di speranza….

 

 

Verde di speranza…

l’aria, il mare, gli scogli,

la verde lava, una distanza.

 

Io amante,

solo di un’isola…

speranza.

 

               Alessandro Sapio

                 Campobasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vagando nell’ignoto

 

 

Amabile notte,

le stelle nel silenzio

illuminano lo specchio.

 

Avvolto nel tuo mantello

in nostri sogni vivifichi,

dolori più non sento.

 

Vago nel mistero…

giocoso come un bimbo

sospeso attendo il percorso.

 

Illuminato dal vespro

come una scintilla…

vedo il trapassato.

 

Ombre luminescenti

vibranti stelle…

il mio cuore osserva.

 

Affetto provo per l’oro

nulla mi dissocia fra loro,

lo specchio ritrovo.

 

Girotondi, ebri di piacere…

illuminate aspirali creiamo,

come un bimbo ancor giuoco.

 

P.S.: Fra il dire e il fare.

                                           

       Maurizio Sapio

  San Giorgio a Cremano (Napoli)

 

 

‘E culure do munno

 

 

‘Na tela chiena ‘e culure vive allere

penze ‘e pittà ‘nu pittore presuntuoso.

Se mette ‘nnanze a essa e aspetta.

 

Vulesse pittà ‘nu cielo azzurro o turchino,

oppure comme ‘o cchiummo, quann’è ‘nghiuso e cupo,

o tutto arrossato doppo a ‘nu tramonto ‘e luglio.

 

Po tene a’ mmente ‘nu mare ‘ntempesta,

scuro cu l’onne grosse e a scumma chiara,

ma quanno se calma è verde smeraldino,

e ‘nluntananza cu ‘o sfanno blummarè.

 

Po penza ‘o freddo ‘ e vierno cu a neva janca,

l’arbere annure e ‘o cielo niro e pecundruso.

 

Ma assai meglio è a primavera

cu ‘a campagna cu mille sfumature e verde,

cu ‘e sciure ‘ncoppa all’arbere ca rideno e culore.

 

Tene ‘nnanze all’uocchie ‘na tela chiena e sciure,

culure gialle, rosa, viola, arance e ciclamine,

ma ‘o russo ruggine de foglie nun tene paragone.

 

Mo vede e vulà tanta aucielle culurate

cu ciente tinte ca pareno n’arcubaleno.

Mo penza a ‘na notte chiara e quieta

cu ‘e stelle arguente e a luna culor d’oro.

 

Che pena me fa chisto povero pittore,

ca è vvede e tene ‘ncapa tanta culure

e s’addimanna addò se vennero ‘sti tubbette.

 

Ma chiste so’ culure can un s’accattanno,

so asciute tutte quante a dinto ‘o core

‘e nu Signore can un se fa maje vedè.

 

                                 Biagio Scognamiglio

                                 Napoli

 

Sortilegio d’amore

 

 

È di certo l’amore

che mi rende capricciosa

come una bimba che anela

alle braccia di sua madre,

quando non posso godere

della sua presenza.

Cieca, testarda, talvolta eccessiva,

mi rende il mio amore.

Quando sono al suo cospetto

la ragione si fiacca e

oblio nel suo sguardo,

nel suo sorriso,

la mia decisione

di cambiar vita.

Nessun filtro magico,

niente incantesimi…

a sé mi tiene legata solo

col laccio dei suoi abbracci,

in cui trovo protezione,

persino da me stessa!!

Coi suoi baci imprime

su di me il suo sigillo

segno che sarò

per sempre sua.

Le sue promesse sono

come una dolce ninna nanna,

che mi narra di lunghi,

dorati sogni futuri.

Come un incantatore di serpenti

mi ha irretita

e non ho speranza di futuro

se non in lui.

 

                         Rosalia Scognamiglio

                         Napoli

L’uomo oggi

 

 

È come un’automobile

Che corre sulla strada

Corre, corre

Indietro non può tornare

Avanti sempre deve andare

Se rallenta è sorpassato, umiliato

Se si ferma è tamponato,

investito, schiacciato.

Ed allora cosa fare?

Sempre avanti deve andare.

 

                Margherita Trofa

                Panza di Forio d’Ischia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La famiglia

  

Nulla teme nel suo ventre come un figlio nella pancia

vien nutrito e cresciuto.

 

Sai distinguere la pace dalla guerra e dal dolore

senza porti al nemico.

 

Ascoltare le sue grida equivale a farle tue

sempre e ovunque.

 

La tua casa la rappresenta con silenzio e dignità

con coraggio e umiltà.

 

Ogni volta che sei solo trovi in essa sostegno e rifugio

nella famiglia che hai costruito.

 

A volte ti sembra vuota senza voglia di ascoltarti

e provi il desiderio di andar via.

 

Chi non ha famiglia la cerca in ogni luogo

e in ogni cosa.

 

Gli attribuisce nomi, volti e sentimenti

per non sentirsi il vuoto intorno.

 

 

Per famiglia si intende una madre,un padre e dei figli

ma anche solo tu.

 

 

Essa rafforza il tuo spirito per proteggerti dal mare

con sorrisi e a volte lacrime.

 

In ognuna c'è un profumo un sapore che ti avvolge

con attorno il tuo angelo custode.

 

Prova a vivere fuori da essa e ti accorgi

del valore che emana.

 

Grazie a Dio c'è speranza in famiglie con disagi

lui veglia e dà coraggio.

 

La mia famiglia mi sostiene, mi permette

di vivere anche per gli altri.

 

 

Non cacciare chi ti chiede aiuto, perché

chi ha famiglia possiede il dono di Dio.

 

Voglia il Signore vegliare e proteggere

i miei cari,abbracciando

d'amore ogni famiglia.

                    Assunta Valerio    Ischia

Il quinto elemento

 

 

Con mani sporche d’argilla,

mia madre, si ritrovò me fra le braccia.

Come un Dio mi plasmò,

e sua fu l’immagine e somiglianza.

Nel buio dell’universo,

lampi di stelle afferrati a fatica,

per tessere una ragnatela di luce,

il primo tracciato della mia vita.

Elementi, l’esistenza è l’insieme

dei cinque primari elementi.

Fuoco, rosso ardente come il sangue,

scorre e pulsa frenetico, veloce, caldo.

Acqua, liquido amniotico, vita,

sprazzi di stelle scendono amari dagli occhi,

luce acquatica si insinua antica nella memoria.

Terra, corpo e creta, cenere alla cenere,

polvere, come tanti puntini  dispersi nel tempo,

nelle epoche remote,

uomini e donne con storie di creta.

Aria è respiro vitale, ossigeno del mondo,

profumo silente, sogno eterico disperso nel cielo,

negli spazi sconfinati,

fino a sfiorare il quinto elemento.

Rosso fuoco, acqua limpida, terra nera, aria azzurra,

i quattro primordi connessi tra loro da un solo,

sinergico elemento, misterioso e forte,

il più vitale ed umano di tutti,

eppure,  così infinitamente divino e sublime,

da congiungersi all’eterno:

l’anima.

 

                                Cassandra Venturini

                                Lendinara (Rovigo)

Una splendida danza

 

                                                      

La vita …

è una splendida danza,

l’universo…

un’armoniosa dinamica.

Ci appaga

il senso di appartenenza

al vento, al mondo.

Dentro di noi,

pacato mormora,

il lago di pace,

racchiude

i battiti del cuore,

la culla primordiale

dell’anima,

l’intimo fluttuare

di una tenera ninna nanna.

Eterno cerchio concentrico

di luce vitale

intrisa d’immenso,

moto perpetuo

dell’universalità divina.

Osteggia il cosmo

il suo infinito

nell’immane soffio umano,

parole incerte

nella sinergica energia

della dolcezza.

L’azzurro degli spazi celesti

è ritmo che danza

nello splendore del creato,

effimero riflesso

di luce d’amore.

 

     Gloria Venturini

             Lendinara (Rovigo)

È nato un bambino

 

 

È nato un bambino.

Proprio ieri la madre era lì,

sui gradini della chiesa, ad elemosinare.

 

È nato un bambino.

Si chiama Emanuele.

All’indomani del natale,

in un freddo giorno di gennaio

si è ripetuto il miracolo,

sempre nuovo,

di una vita che nasce…

 

giovane donna,

non so tu chi sei, da dove vieni,

se la tua è scelta o necessità,

non so se menti quando gridi aiuto,

ma questo non importa…

 

ciò che conta è che,

2000 anni dopo il Lieto Annuncio,

tu abbia trovato sui gradini

della chiesa una capanna,

e tuo figlio un giaciglio.

 

Mi piace pensare che non a caso

Si chiami Emanuele.

 

Cristo nasce ogni giorno in un bambino.

Sua madre sarà “rom” oppure no,

giovane oppure no,

povera oppure no.

 

L’Emmanuele avrà sempre il volto dell’Amore.

 

                              Donatella Verde

                              Ischia

 

                                                                                                                                      Ultimo aggiornamto 3 settembre 2005