di Rosanna Spina              

        

SCAVI INTERIORI

 

Meglio l'abisso d'una solitudine

 totale, che il lento sgocciolio

d'un abbandono.

Come sottrarre dal tempio musicale

le ultime note d'un canto

spezzato nella gola?

Come puoi veder franare i simboli,

gli stucchi d'angeli biondi

che cantavano abbracciati

tutti in coro?

Con quali macerie,

con che frammenti edificare

nuove navate, supremi campanili,

a lanciare pių in alto le preghiere?

Stelle disfatte nei luccichii degli occhi

sembrano ultime demolizioni,

lance infuocate in dolorosi scavi

fuori e dentro di noi,

nelle tessiture impalpabili dell'anima

e negli anfratti pių angusti del mistero.

Dalle prigioni

i sospiri maledetti

provano ancora a demolire grate

nel delirio impotente d'allucinazioni; ma la solitudine,

č il volo a ritroso d'un uccello che torna a recludersi da solo: -dorata gabbia,

supplizio spirituale

all'innocenza di murarsi vivi.

 

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